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18 | annie vivanti |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Vivanti - Sorella di Messalina.djvu{{padleft:22|3|0]] bella con un senso di tranquillità e di sicurezza, «Questa donna», egli pensa, «non è pericolosa; sarà una creatura di tutto riposo che non mi farà mai soffrire». E calmo egli si confida e si affida a lei. La donna, frattanto, se è astuta e sa quello che fa e quello che vuole, ha il tempo di esplicare le sue arti, di tramare le sue insidie... E quando l’uomo vuole riprendersi, liberarsi, lasciarla... non lo può. La donna brutta lo tiene, lo possiede più profondamente che qualsiasi altra.
— Ah!... certo! — fece il cortese Alberto, crollando saggiamente il capo.
La signora lo guardò e rise. Indi gli offrì l’astuccio delle sue sigarette ch’erano violentemente profumate. — Voi, per esempio, non avete per nulla paura di me.
— Paura? Veramente, no. — disse Alberto.
— Lo so; io sono una creatura innocua. — E sorrise ancora. (Se il biblico rettile del giardino d’Eden possedeva un sorriso, doveva assomigliare al suo). — Mi accompagnate fino a casa?
Alberto la accompagnò fino a casa, una bella casa in corso Umberto; e camminando conversarono di svariate cose. Sulla porta ella gli tese la mano da baciare.