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  Tutto il Mondo quel conforto,
  30Che ha una nave giunta in porto.
Ma a che pensi, o mia Pudica?
  Temi forse non macchiato
  Sia il tuo vel da quell’antica
  Colpa già dell’uomo ingrato,
  35Che la mano stese al frutto,
  Ei figliuoli pose in lutto?
Perchè temi? Ah ti consola,
  Che Tu sei la mia diletta;
  Per piacermi, da me sola
  40Tu tra mille fosti eletta;
  Vanne lieta; e bianche intatte
  Spoglie avrai qual neve, o latte.
Già laggiù di Te gran cose
  Disser Vergini, e Profeti;
  45Già cantar dolci amorose
  Di Te lodi in gara, e lieti
  Là in Sionne appo i ruscelli
  Sulle cetre i Pastorelli.
Chi simil ti fè all’Aurora
  50Quando sparge sue rugiade;
  E chi al Sole allor ch’indora
  Le celesti ampie contrade;
  Chi, qualor la notte imbruna,
  Al bel raggio della Luna.
55Chi ad un Prato sparso, e adorno
  D’erbe molli e di fioretti;
  Chi ad un colle in cui soggiorno
  Tiene un coro d’augelletti,
  Ed all’un l’altro risponde
  60Tra il susurro delle fronde.
Sei più vaga, e graziosa,
  Che non è la tanto altera
  Sovra i fior vermiglia rosa
  Nè bei dà di Primavera,

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