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  Esce dall’alveo il flutto, e seco tragge
  Uomini, armenti, e piagge,
  E più popol non veggo, argini, o sponda,
  55Ma solò il Fiume, ch’ogni cosa inonda.
Alfin riedono i Campi, e sparve il fiume:
  E un Cavalier vegg’io col brando ignudo
  Su bel destrier che tocca, e sdegna il suolo.
  Egli ha Corona d’or sotto le piume
  60Dell’elmo, e tien dipinto in sullo scudo
  Il Mondo; e fuor v’è scritto: È di me solo.
  Io temea stragi e duolo;
  Ma quando osservo ben l’armi vittrici,
  Ei non ha più Nemici,
  65Che tutti ha vinto alfine, e sol per gloria
  Passeggia il Campo della sua vittoria.

CANZONE

Spieghiamo i vanni, io dissi all’Alma un giorno;
  E perchè a nobil cuor ardir non manca,
  Verso le Stelle un forte volo alzai.
  Le nubi e i venti mi si fero intorno,
  5Dicendo; e chi ti dà pinma sì franca
  Io non risposi, e più alto volai.
  Non lunge al Sol passai;
  E tanto affaticai l’aure superne
  Con mie gran penne eterne,
  10Che il Sol tornò a parer sotto al mio piede
  Picciol qual sembra a chi da Terra il vede.
Giunsi, ove i Fati han sede, e di quel Fato
  Già non cercai, che mi fa guerra tante,
  Ch’a un nemico il veder l’altro dispiace.
  15Vidi il destin d’Italia egro e turbato,
  Che si ascondea; ma il riconobbi al pianto,
  E al basso ciglio, e al gridar: pace, pace.
  Indi partii, che audace

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