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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Zappi, Maratti - Rime II.pdf{{padleft:9|3|0]]
Esce dall’alveo il flutto, e seco tragge
Uomini, armenti, e piagge,
E più popol non veggo, argini, o sponda,
55Ma solò il Fiume, ch’ogni cosa inonda.
Alfin riedono i Campi, e sparve il fiume:
E un Cavalier vegg’io col brando ignudo
Su bel destrier che tocca, e sdegna il suolo.
Egli ha Corona d’or sotto le piume
60Dell’elmo, e tien dipinto in sullo scudo
Il Mondo; e fuor v’è scritto: È di me solo.
Io temea stragi e duolo;
Ma quando osservo ben l’armi vittrici,
Ei non ha più Nemici,
65Che tutti ha vinto alfine, e sol per gloria
Passeggia il Campo della sua vittoria.
CANZONE
Spieghiamo i vanni, io dissi all’Alma un giorno;
E perchè a nobil cuor ardir non manca,
Verso le Stelle un forte volo alzai.
Le nubi e i venti mi si fero intorno,
5Dicendo; e chi ti dà pinma sì franca
Io non risposi, e più alto volai.
Non lunge al Sol passai;
E tanto affaticai l’aure superne
Con mie gran penne eterne,
10Che il Sol tornò a parer sotto al mio piede
Picciol qual sembra a chi da Terra il vede.
Giunsi, ove i Fati han sede, e di quel Fato
Già non cercai, che mi fa guerra tante,
Ch’a un nemico il veder l’altro dispiace.
15Vidi il destin d’Italia egro e turbato,
Che si ascondea; ma il riconobbi al pianto,
E al basso ciglio, e al gridar: pace, pace.
Indi partii, che audace