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XV.

febbraio 1905.

La Sicilia greca ebbe filosofi, legislatori, oratori, poeti, che furono maestri alla Grecia. La Sicilia sveva ebbe dicitori in rima, che, se pur furono ripetitori di motivi provenzali, furono ripetitori primi, e come tali riconosciuti da Dante e dal Petrarca. La Sicilia odierna ha scrittori e scienziati, annoverati, anche dagli stranieri, fra i primi d’Italia e d’Europa. Strombazzare il contrario, con molta sodisfazione di qualche gazzetta regnicola, sarebbe ignoranza presuntuosa e maligna, se non fosse vezzo infantile, e siciliano, purtroppo, di ripetere sul conto nostro ciò che vanno tuttodì spifferando i detrattori di mestiere e i denigratori, non disinteressati, della Sicilia.

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