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VIII.
16 settembre 1909.
Le commemorazioni del XX Settembre non si lasciano desiderare: prevengono i nostri voti; si fanno più o meno solennemente in ogni paese d’Italia, in ogni angolo più riposto del mondo, ove ci sono italiani, a cui il sogno della ricchezza non ha cancellato il pensiero della madre lontana. Ma che verso la soluzione del vitale problema della rigenerazione morale si sia fatto o tentato alcun passo decisivo, non oserei affermare. Gli uomini politici si scalmanano a scavalcarsi l’un l’altro; i letterati si gingillano novellando o schitarrando per dar piacere agl’infanti e alle femmine; gli uomini di governo giocano, più fortunati che abili, al biribisso; e le commemorazioni dei grandi avvenimenti nazionali corrono pericolo di degenerare in diporti popolari.
I poveri idealisti, invecchiati nel sogno, guardano l’orizzonte, e invocano impazienti e frementi l’aurora auspicata della rigenerazione.