< Pescatori d'Islanda < Parte III
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Pierre Loti - Pescatori d'Islanda (1886)
Traduzione dal francese di Carlo De Flaviis (1911)
Capitolo IV
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Capitolo Quarto.


Il battello continuava la sua strada attraverso l’Oceano Indiano. Nell’ospedale navigante, erano ancora dei miseri rinchiusi. Sul ponte non si vedeva che salute e gioventù. Intorno, sul mare, una vera festa d’aria pura e di sole. I marinai si godevano quel bel tempo stesi all’ombra delle vele, divertendosi a far correre le loro scimmie. (In quel Singapor, da cui venivano, si vende ai marinai che passano ogni sorta di bestie ammaestrate). Essi avevano scelto tutti delle scimmie piccole, con delle arie infantili, senza code, di un verde ammirabile.

Esse, avevano ereditato il colore verde dei loro genitori, e, posate su quelle panche così pulite del battello, rassomigliavano a delle foglie molto fresche cadute da un albero tropico.

Qualche volta le riunivano tutte ed allora esse scambievolmente si osservavano, squadrandosi curiosamente. Camminavano come se fossero zoppe, movendosi tutto di un colpo, frettolose, e alcune di esse cadevano. Ve ne erano alcune che si amavano teneramente stringendosi contro il petto duro dei loro amanti, guardandoli con degli occhi di donne teneramente grottesche.

I furieri portarono intanto sul ponte due sacchi di tela, suggellati con la ceralacca rossa e marcati col nome di Silvestro; si dovevano vendere all'asta — come il regolamento esige per i morti — tutti i suoi vestiti e tutto ciò che gli era appartenuto. Ed i marinai allegramente vennero ad aggrupparglisi intorno; a bordo di un naviglio ospedale, si vedono molto spesso queste vendite di sacchi, quindi ciò non procura alcuna emozione e poi, su quel battello, avevano conosciuto molto poco Silvestro.

Le sue camice e le sue maglie a righe azzurre furono palpate, voltate, girate e poi acquistate a prezzi infimi.

Venne la volta della piccola scatola sacra, che fu messa 50 soldi. Vi avevano tolte le lettere e la medaglia militare per rimetterla alla famiglia; ma vi restava il quaderno di canzoni, il libro di Confucius, il filo, i bottoni, gli aghi, tutte le piccole cose messe lì dalle previggenze della nonna Yvonne. In seguito il furiere, che prendeva gli oggetti da vendere, presentò due piccoli Budda, presi per essere regalati a Gaud e così originalmente fatti che risuonò un sonoro scoppio di risa al loro apparire.

In ultimo si vendettero i sacchi ed il compratore si affrettò e scancellare il nome scritto sostituendolo col suo.

Una grande spazzata fu data dopo per sbarazzare quel ponte così pulito, dalla polvere o dai pezzi di cotone caduti dai sacchi. Ed i marinai tornarono allegramente a divertirsi con le scimmie.

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