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Capitolo Sedicesimo.
Delle settimane scure erano passate ancora, e si era già ai primi di febbraio, che, quell’anno, sembrava essere molto dolce.
Yann usciva dall’armatore dove era andato a prendere la sua parte del denaro della pesca, mille cinquecento lire, che avrebbe dato subito a sua madre, come era abitudine di famiglia. L’anno era stato buono ed egli se ritornava contento.
Vicino a Ploubazlanec vide un assembramento all’orlo della strada: una vecchia che gesticolava col suo bastone e intorno a lei dei monelli che ridevano. La vecchia nonna Moan!... La buona nonna di Silvestro adorato, tutta strappata, diventata ora una delle accattone stupide che fanno riunire la gente in istrada! Ciò gli provocò un dolore intollerabile.
Quei monelli di Ploubazlanec le avevano ucciso il gatto ed ella disperata li minacciava col suo bastone.
- Ah! se egli fosse stato qui, egli, il mio povero giovanotto, voi non avreste osato, certamente, cattivi ragazzi....
Ed era caduta per rincorrerli e batterli. — Non avete vergogna? — gridò Yann ai monelli, con la sua voce tuonante che imponeva.
Ed in un batter d’occhio, i ragazzi scomparvero, confusi e tremanti.
Gaud — che in quel momento ritornava da Paimpol portando il lavoro per la sera, aveva scorto tutto da lontano. Spaventata arrivò correndo per sapere ciò che era successo. Ella levò i suoi occhi franchi verso Yann che non distolse i suoi; egli non pensava a fuggire questa volta; diventati tutti e due rossi, si guardarono un poco, smarriti di trovarsi così vicini; ma senza odio, quasi con dolcezza, riuniti come erano in un comune pensare di pietà e di protezione. Era molto tempo che quei fanciulli gliene volevano al gattino morto, perchè era tutto nero, come il diavolo; ma era un buonissimo gatto, e quando lo si guardava da vicino, gli si trovava un’aria tranquilla e carezzevole; l’avevano ucciso a colpi di sassi. La povera vecchia, borbottando sempre delle minaccie, se ne andava tutta tremante, portando per la coda, quel gatto morto.
— Ah! povero giovanotto, mio povero giovanotto.... se egli fosse stato qua non mi avrebbero fatto ciò, no, certamente... Le erano uscite delle lagrime che calavano sulle sue rughe e le sue mani, con delle grosse vene bluastre, tremavano.
Gaud l’aveva acconciata alla meglio, e cercava di consolarla con delle parole dolci; Yann s’indignava:
— E dire che vi erano dei fanciulli che erano così cattivi! Fare una cosa simile ad una povera vecchia donna! Quasi, quasi gli venivano le lagrime agli occhi. Non per il gatto — naturalmente — gli uomini rudi come lui, se amano giuocare con le bestie, non hanno molta sensibilità per loro, ma il suo cuore si fondeva, si spezzava a camminare dietro quella vecchia nonna col suo gatto in mano. Egli pensava a Silvestro che l’aveva tanto amata; all’orribile dolore che egli avrebbe avuto se gl’avessero predetto che ella sarebbe finita cosi, derisa e povera.
E Gaud si scusava vedendola così mal ridotta.
«Sarà caduta per restare così sporca — diceva ella a voce bassa — il suo vestito non è nuovo è vero, perchè noi non siamo ricche, signor Yann; ma io l’avevo ancora una volta rammendato e questa mattina quando sono uscita, era pulita e tutta in ordine».
Egli la guardò allora lungamente, forse ancora più colpito da quella dolorosa spiegazione. Essi continuavano a camminare l’uno vicino all’altra, avvicinandosi alla casupola dei Moan. Egli sapeva benissimo che ella era molto bella, ma gli sembrò che dopo il lutto e la povertà fosse diventata più attraente. La sua aria aveva acquistata una dolce serietà, i suoi occhi grigio-lino erano diventati più riservati e sembrava, che malgrado ciò, penetrassero meglio in fondo all’anima. Anche la sua figura si era più formata. Ben presto avrebbe avuto ventitré anni: era in tutto lo sfolgorio della sua bellezza.
E poi era vestiva come una figlia di pescatori, senza ornamento, sul capo una cuffia semplicissima, sempre suggestivamente bella nella signorilità impeccabile delle sue movenze e dei suoi gesti.
Capitolo Diciassettesimo.
Egli le accompagnava fino alla loro abitazione; andavano
tutti come seguendo il feretro di quel gran gatto ed ispirava burlesca curiosità questo corteo; alcuni ridevano
lungo la vita.
La vecchia Jvonne, in mezzo, portava la bestia; Gaud a destra turbata e tutta rossa, e il grande Yann a sinistra con la testa alta e pensieroso.
La povera vecchia si era quasi calmata camminando, essa stessa si era ripettinata, e senza dir niente, cominciava ad osservare sott’occhio or l’un or l’altro.