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Capitolo Ottavo.
Gl’islandesi ritornavano. Nella seconda giornata due battelli, nella terza, quattro e poi dodici nella settimana
seguente. E nel paese la gioia ritornava con essi, essendo
una grande festa per le spose, per le madri; festa anche nelle osterie dove le belle ragazze Paimpolesi danno da
bere ai pescatori.
La «Leopoldina» restava del gruppo dei ritardatarii: ne mancavano ancora dieci e non potevano ritardare.
Gaud all’idea che fra otto giorni (si dava questo tempo lungo per non provare delusione) avrebbe riavuto Yann, il suo Yann, si sentiva presa da un’ebbrezza deliziosa che la faceva fremere e impazzire di felicità. E manteneva la casetta molto in ordine, molto pulita, molto netta per riceverlo degnamente. Avendo tutto aggiustato non le restava più niente da fare e cominciava a non aver più la testa a posto per la grande impazienza. Tre dei ritardatarii arrivarono e poi ancora cinque. Due solamente mancavano all’appello.
— Allora — dicevano ridendo — quest’anno la «Leopoldina» e la «Maria-Giovanna» raccoglieranno le granate del ritorno.
E Gaud rideva anche lei, più animata e più bella, nella sua trepida gioia di aspettazione.