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Luigi Carrer - Poesie (XIX secolo)
Ballate - Glicera
Ballate - Il Sultano Ballate - La Serenata

GLICERA.




Io ti chiedea le rose,
Fiore che invita al riso;
Tu a me porgi il narciso,
Ch’è fiore di dolor.

5T’intendo: non rispose
L’evento ai voti miei.
Mi lasci, eppur non sei
Men caro a questo cor.

La vita, a me sì rea,
10Fatta m’avresti lieta:
Tocco un’infausta meta
Sul verde dell’età.

La mano, che dovea
Accompagnarmi all’ara,
15Sulla funerea bara
Il serto mi porrà.

Mi mormora vicino
Un suon sommesso e mesto.
Vi seguo! Eppur sì presto
20Io non credea morir.

Di nuovi fior lo spino
Ancor non si fe bianco,
La rondine non anco
S’è vista a noi redir.

25Gelido torpe il sangue.
Che tanto un tempo ardea;
Un languor segue, e crea
Novi pensieri in me.

Ma l’amor mio non langue;
30Anzi più vivo e forte,
Mentre mi tragge a morte,
Non mi rapisce a te.

Muoio fedel: tu l’alma
Dischiudi a novo amore;
35Ma come amò il mio core
Non saprà un’altra amar.

E forse fra la calma
Della solinga sera,
Glicera, udrò, Glicera,
40Sul tumulo chiamar.

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