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Luigi Carrer - Poesie (XIX secolo)
Ballate - La Fuga
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LA FUGA.




Sotto un salcio, afflitti e lassi
Della tema e del cammin,
Raccogliean gli erranti passi
Una bella e un pellegrin.

5Per foreste e per deserti
Sette giorni ramingar:
Vider monti e piani aperti,
E torrenti valicar.

Al ruggito delle fiere
10Spesso l’orme raffrettar;
Spesso udiro le bufere
Fremer sopra, e via passar.

Dimmi caro, un dì richiese
La fuggiasca il giovincel:
15Quanto tratto di paese
È ancor lunge il tuo castel?

Il garzon, com’uom rivolto
Tutto altrove col pensier,
Le risponde: lunge molto,
20E difficile il sentier.

E seguian; poi mesti e lassi
Della tema e del cammin,
Raccoglieano al salcio i passi
E la bella e il pellegrin.

25Nella palma chino il viso,
È la bella in gran dolor;
E il garzon da canto assiso:
Or che pensi, fido amor?

Rispondea la giovinetta
30Con accento di pietà:
Penso al padre che m’aspetta,
Nè mai più mi rivedrà.

Ah che il fulmine non chiami
Sull’ingrata che fuggì!
35Qui la pianta scosse i rami,
E la bella tramortì.

Al fredd’aer che la fiede
Già si sente rinvenir:
Apre gli occhi, e più non vede,
40Ahi! non vede il suo desir.

In piè balza, un’erta sale;
Carlo! chiama, e chiama invan:
Parte, riede, e nulla vale;
Tutto cielo e tutto pian.

45Sotto i rami della fida
Mesta pianta ritornò:
Carlo! Carlo! ognor più grida,
Qui tu fosti, qui morrò.

Quivi pianse il caro sposo
50Sette giorni, e poi morì;
E quel salice pietoso
Curvò i rami, ed appassì.

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