< Poesie (De Amicis)
Questo testo è stato riletto e controllato.
L’AMORE AL TRAMONTO.
Fra cugini Al generale Perrone di San Martino, morto nella battaglia di Novara

L’AMORE AL TRAMONTO.


I.

Talor, sognando, mi raccolgo anch’io
Sopra la cima d’un ridente clivo,
In una villa tacita, e là vivo
Solo con te, le mie memorie e Dio.

In questo nido solitario e pio
Riposa il nostro cor del mondo schivo;
Tu governi la casa, io penso e scrivo,
Io sempre nel tuo core e tu nel mio.

Così trascorre sino all’ultim’ora
Il nostro dolce amore al mondo ascoso,
E il tramonto è più bello dell’aurora;

Tu chini il capo bianco e vacillante
Sul fido petto del tuo vecchio sposo,
Ed io palpito ancor come un amante.

II.

E già, rapito nella mia ventura,
Mi fingo nel pensier te vocchierella
Coi capelli raccolti in bianche anella
E un mazzetto di chiavi alla cintura.

Io levo il capo da la mia lettura
Per ridirti che t’amo e che sei bella,
E tu sorridi e fuggi allegra e snella
Dicendo che son pazzo e che hai premura.

E la sera pei colli, a lenti passi,
Vecchierello galante, con la mazza
T’andrò dinanzi rimovendo i sassi;

E verrà un ottantenne e podagroso
Curato a desinar sulla terrazza,
E tu sarai beata, ed io geloso.

1874.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.