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LA MELANCONIA.
Fonti, e colline
Chiesi agli Dei:
M’udiro al fine,
Pago io vivrò.
Nè mai quel fonte5
Co’ desir miei,
Nè mai quel monte
Trapasserò.
Gli onor che sono?
Che val ricchezza?10
Di miglior dono
Vommene altier:
D’un’alma pura,
Che la bellezza
Della Natura15
Gusta, e del Ver.
Nè può di tempre
Cangiar mio fato:
Dipinto sempre
Il ciel sarà.20
Ritorneranno
I fior nel prato
Sin che a me l’anno
Ritornerà.
Melanconia,25
Ninfa gentile,
La vita mia
Consegno a te.
I tuoi piaceri
Chi tiene a vile,30
Ai piacer veri
Nato non è.
O sotto un faggio
Io ti ritrovi
Al caldo raggio35
Di bianco ciel;
Mentre il pensoso
Occhio non movi
Dal frettoloso
Noto ruscel:40
O che ti piaccia
Di dolce Luna
L’argentea faccia
Amoreggiar;
Quando nel petto45
La Notte bruna
Stilla il diletto
Del meditar:
Non rimarrai,
No, tutta sola:50
Me ti vedrai
Sempre vicin.
Oh come è bello
Quel di viola
Tuo manto, e quello55
Sparso tuo crin!
Più dell’attorta
Chioma, e del manto,
Che roseo porta
La Dea d’Amor:60
E del vivace
Suo sguardo oh quanto
Più il tuo mi piace
Contemplator
Mi guardi amica65
La tua pupilla
Sempre, o pudica
Ninfa gentil;
E a te, soave
Ninfa tranquilla,70
Fia sacro il grave
Nuovo mio stil.