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Per la signora marchesa Isotta Pindemonti Veronese III A sua eccellenza Girolamo Ascanio Giustiniani

PER NOZZE





Quella donzella amabile, vezzosa,
Cura di mille giovanetti amanti,
Che a le parole, a gli atti, ed a i sembianti
4Sembra più che mortal celeste cosa;

     Mentre di pura fiamma arde, e ritrosa
Nasconde i suoi desiri onesti e santi,
Tal che non osa alcun farlesi avanti;
8Di straniero garzone è fatta sposa.

     Onde piagne a ragion l’Adige, e dice:
Ahi ben di quello il Mincio oggi si vanta,
11Misero, ond’io sperava esser felice!

     Così mette talor nobile pianta
In ben culto giardin la sua radice,
14Ed in altro di bei frutti s’ammanta.

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