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Giovanni Pontano - Poesie scelte (1874)
Traduzione dal latino di Pietro Ardito (1874)
Nenia undecima
XIII XV

Nenia undecima


scherza la madre.


Il bambin dal sonno è desto,
Non tardare, o Lisa, più,
Prendi, cara, prendi questo
Tuo diletto e vieni, su.4

Egli ha sete e nel sorriso
Dolci gli occhi sta a fissar:
Guarda, e in essi il tuo bel viso
Geminato puoi mirar.8

Deh! per queste sue moine
Dàgli baci e il molle sen:
Vedi già ch’ei le manine
Distendendo pur ti vien.12


Forse, o trista, tu lo fuggi?
Cattivella, non temer.
E tu suggi, o figlio, suggi
Le sue poppe con piacer.16

L’una e l’altra sua mammella
Suggi, mordi e non cessar.
Al mio Lucio, o cattivella,
Le vorresti tu negar?20

Su le svelli il crin, Lucietto,
Tu le picchia il seno orsù;
No, sfuggir dal mio dispetto,
Serva trista, non puoi tu.24

Ma già fingon tutti e due:
Furbo Lucio e mentitor,
Lisa perfida le sue
Arti a prova mette ognor.28

Non più, Lucio, il sen vo’ darti,
Nè a te, Lisa, il figlio io dò,
Chè tu simuli se parti,
E lui finge in dir di no.32

Nenia undecima


mater nugatur.


Excitus e somno meus est puer, huc age, Lisa,
En age, delicias accipe amata tuas.



Et sitit et ridet, dulceis et vertit ocellos
Ipse tibi: vultus aspice chara tuos.



His pro blanditiis teneras da, Lisa, papillas
Luciolo, amplexus quos parat ipse tibi!



An refugit mala Lisa, nihil mala Lisa veretur:
Carpe, puer, plenos ubera laeta sinus.



Suge ambas, summorde ambas, ne parce, papillas:
Ubera Luciolo, stulta, negare potes?



Scinde comas, contunde sinus, diffringe capillos:
Tu ne meas fugias, improba serva, manus?



Ah simulant ambo, simulate et perfide Luci,
Fallax Lisa, novis insidiosa modis.



Ipsa tibi eripiam mammas, tibi subolola natum:
Subdola, quae fugias: perfide, qui renuas.



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