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Giovanni Pontano - Poesie scelte (1874)
Traduzione dal latino di Pietro Ardito (1874)
Invocazione alla Ninfa Antiniana
XIX XXI

Invocazione alla Ninfa Antiniana


per cantare le lodi della Città di Napoli.


Scendi dall’alto colle, e intatta lira
Qua reca, Antinïana, oggi un novello
Carme ti desta, e nuovi accordi ispira
Napoli bello.4

Napoli, o Diva, che di flutto è lieto,
E d’alte torri intorno si circonda,
E ove allegran le ninfe del Sebeto
Lo speco e l’onda.8

Delle Grazie qui gli antri e i bei recessi,
E di Cerere e Bacco i sacri colli,
Cinto è di boschi, e dei suoi boschi stessi
Son l’aure molli.12


Qui dolci brine e primavera amica,
E gradite gli Dei v’hanno dimore,
L’alluma il Sole e dolce lo nutrica
Col suo tepore.16

Giove lo pone agli altri regni innanzi,
Ed asta ed elmo gli dà Palla e scudo,
E il Dio dell’armi vuol che gli altri avanzi
Nel forte ludo.20

Qui delle Muse la diletta stanza,
L’arti, gli studi, e qui fiorir si vede
Il buono e il retto, e v’han culto e onoranza
Giustizia e Fede.24

Qui templi e ròcche e regi monumenti,
Palagi e ai Numi qui soggiorno ameno,
E di popolo e nobili e potenti
Napoli è pieno1.28

  1. Dal libro Versus Lyrici.

Antinianam Nympham invocat


ad cantandas laudes Urbis Neapolis.


Sume age intactam citharam, atque ab alto
Colle descende, Antiniana, in urbem,
Et novos chordis numeros, novumque
Concipe carmen.

Urbi et assurge, o Dea, quam superbae
Muniunt turres, rigat unda, subterque
Et specus Sebethiadum sororum,
Ditat et aequor.

Antraque, et dulces Charitum recessus,
Et sacri colles Cereri, ac Lyaeo
Vestiunt hanc et nemora, et serena
Temperat aura.


Ver et aeternum, tepidique rores
Temperant, dîsque ocia grata, et almae
Lucis auctor solFonte/commento: Carmina, Laterza, 1948 fovet, atque amico
Spectat ab astro.

Praeficit regnis pater hanc deorum,
Praeficit bellis animosa virgo,
Auctor et Mars militiae, ac virorum
Bella gerentum.

Hanc domum Musae sibi vendicarunt,
Et bonae hanc antes studiis, bonique
Cultus et recti simul et sacrorum,
Iustitiaeque.

Templaque, et regum monumenta, et arces,
Ædiumque insignes aditus adornant,
Et diis gratam, et patribus, virisque et
Plebe frequentem.



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