< Poesie sparse
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Dante
L'amico delle crisalidi "Ex voto"

 
Un giorno, al chiuso, il pedagogo fiacco
m’impose la sciattezza del comento
3alternato alla presa di tabacco.

Mi rammento la classe, mi rammento
la scolaresca muta che si tedia
6al commentare lento sonnolento;

rivedo sobbalzare sulla sedia
il buon maestro, per uno scolare
9che s’addormenta su di te, Comedia!

Attento! Attento! - Ah! più dolce sognare
con la gota premuta al frontispizio
12e l’occhio intento alle finestre chiare!

Ad ora ad ora un alito propizio
alitava un effluvio di ginestre
15sul comento retorico e fittizio.

La Primavera, l’esule campestre,
conturbava la gran pace scolastica
18pel vano azzurro delle due finestre.

Io fissavo gli attrezzi di ginnastica,
gli olmi gemmati, l’infinito azzurro
21in non so che perplessità fantastica,

e tendevo l’orecchio ad un sussurro,
ad un garrito di sperdute gaie,
24in alto in alto in alto, nell’azzurro.

Guizzavano, da presso, l’operaie
affacendate in paglia in creta in piume,
27riattando le case alle grondaie...

Con gli occhi abbarbagliati da quel lume
primaverile, mi chinavo stracco,
30ripremevo la gota sul volume.

E riudivo il pedagogo fiacco
alternare alla chiosa d’ogni verso
33la consueta presa di tabacco...

Ah! non al chiuso, ma nel cielo terso,
nel fiato novo dell’antica madre,
36nella profondità dell’universo,

nell’Infinito mi parlavi, o Padre!

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