< Poesie varie (Pascoli) < 1872-1880
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ELEGIE


i


Vorrei morire, esser morto vorrei,
          ma lontano lontano di qui:
nel breve campo ove dormono i miei
          4ove canta, tra i pioppi, il Luì.

So che un soave dormir sarà il mio,
          so che il mio sarà un dolce sognar:
udrò la guazza con vasto brusio
          8sulle acacie odorose crosciar.

E sognerò nella notte serena
          che mi vengono amici a veder;
che fruscia e stride il trifoglio e l’avena
          12per migliaia di passi legger.

Sotto le stelle non son margherite
          che fan tutto lo spiazzo albeggiar:
sono fanciulle di bianco vestite
          16e le sento parlare e cantar... :


parlano, cantano, danzano in volta
          e hanno tutte una face alle mani;
non sono lucciole ch’ardon la folta
          20siepe, e vento che scuote gli ontani:

parlano e cantano cose d’amore,
          fiori colgono, aspettano il dì:
i canti sono che pensa il mio cuore,
          24sono i fior che il mio sangue nutrì.


ii


Si specchiano stelle serene
sul piano inquieto dell’onda;
ne vengono al sommo nereidi e sirene
28e in fila s’avventano verso la sponda.

Non hanno le gracili ondine,
le rosee sirene non hanno
sui corpi di neve le vesti azzurrine,
32e stridono e gemono, e vengono e vanno.

Le stelle contemplano. Nera
da un lato del curvo orizzonte
di nugoli torbidi viene una schiera
36con carri, che splendono e tonano in fronte.

Dell’orrida torma dei venti
la pesta pel cielo rimbomba:
si spargono a mare tritoni fuggenti
40con ululi lunghi con suoni di tromba.

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