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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Caraccio


I1


Poichè l’emula immago alfin compita
     Carlo ne offrì della silvestre Diva;
     E si vedea dipinta nò, ma viva
     La tela, che il pennello ha colorita:
5Colei, che della frale umana vita
     Gli stami avvolge, e lor filando avviva,
     Gettò le rocche, e dispettosa, e schiva
     Per tutto il Ciel fu querelarsi udita.
Deh, Giove, deh! dell’animar si cessi
     10Più le lane quassù; scorger tu dei,
     Ch’anima han colaggiuso i lini stessi.
Giove rispose sorridendo a lei:
     Cessi timor, ch’a far le vite elessi.
     Sol per gli uomini voi, lui, per gli Dei.

  1. Per il quadro di Diana dipinto dal Sig. Carlo Maratti.

Note

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