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I III


II.


NATALIZIO


. . . . Così nel mondo
Sua ventura ha ciascun dal dì che nasce.
Petrarca.

 

T

RISTE chi errando in quella notte cieca

Col terror dell’ignoto alle calcagna
Per queste selve, udì strider la bieca
4voce del gufo ed ulular la cagna.

    Tutti i fantasmi che la notte arreca
Sceser qui tutti, e dalla sua montagna
Solo il cupo ladron che al giorno impreca
8Non calò quella notte alla campagna.

    Come nembo di furie agitatrici
De’ satanici amplessi al rito immondo
11Sceser le streghe dalle lor pendici.

    Triste colui che in quel terror profondo
Trasse della sua vita i primi auspici!
14Io in quella notte son venuto al mondo.

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