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LXVIII
LXVII LXIX



LXVIII.


 
Q

UANDO scroscia la piova e fischia il vento
E nella notte latra la tempesta,
Se dal freddo origlier levo la testa
4Chiamarmi da lontano un urlo sento;

    E sui cubiti allor pien di spavento
Mi levo, ascolto e il respirar s’arresta...
Ahi, la conosco, la conosco questa
8Implacabile voce di lamento!

    Eppur nella città dorme ogni cosa,
E pur l’eterno obblìo l’ossa conforta
11Sotto le pietre bianche alla Certosa.

    Sola tu, sola tu, dietro la porta
Del monumento tuo vegli gelosa
14E mi chiami e mi vuoi, povera morta!

  Bologna, 1872.



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