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Olindo Guerrini - Postuma (1877)
XXXIX
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XXXIX.
IRA
IECO! e il balen d’un’ironia feroce
Non ti vedea sul viso
E ti chiedevo colle mani in croce
4La pietà d’un sorriso!
Come un bambino a te davanti gli occhi
Trepidando chinai,
Come un can flagellato ai tuoi ginocchi,
8Vile, mi trascinai;
China l’altera fronte, io t’ho baciato
Il lembo delle vesti,
Ho sofferto l’inferno, ho bestemmiato,
12Ho pianto... e tu ridesti;
Mi levo adesso dal codardo oblio,
Le mie catene spezzo,
Mi vergogno di te, dell’amor mio;
16Mi levo e ti disprezzo.
Or di’, se il vuoi, che per te sola ho pianto
Vinto, curvato, umile;
Io, te straziando nell’audace canto,
20Dirò quanto sei vile.
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