< Postuma (1905) 
 
 
 
        
      | Questo testo è completo. | 
Olindo Guerrini -  Postuma  (1905)
Caffè concerto
| ◄ | XX | XXII | ► | 
XXI.
CAFFÈ CONCERTO
     Non più lo scherno di Prometeo suona
Superbo in faccia al Dio che lo percuote;
Non più sfregia i codardi in sulle gote
Il verso che flagella e non perdona:
     Non più, terror di regi, Eschilo tuona
Dalla libera scena e il ferro scuote:
Dormono l’ossa del tragedo ignote
Lungi dal verde pian di Maratona,
     Ma Taide mima, a saziar la fame,
Tenta le reni de’ moderni ciacchi
Levando il piede nella danza infame;
     Ma noi giacciamo nauseati e stracchi
Senza un affetto in cor, sul reo letame
Di questa sozza età. Noi siam vigliacchi.
    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.