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XXIV1


Prese per vendicar l’onta e l’esiglio,
     Marzio de’ vinti Volsci il sommo impero,
     E impaziente inesorabil fero
     Cinse la patria di fatal periglio.
5E ben potea sotto l’irato ciglio
     Servo mirar lo stuol de’ Padri intero:
     Ma si oppose Vetturia al rio pensiero,
     E andò sola ed inerme incontro al figlio.
Quando a baciarla ei corse: allor costei:
     10Ferma, che figlio tu di rupi alpine,
     E non di Roma o di Vetturia, sei.
Egli allor rese pace al campidoglio,
     E quel che non potean l’armi latine,
     Fè d’una donna il glorioso orgoglio.

  1. Vetturia.

Note

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