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CXLIX
CXLVIII CL

CXLIX.


Son tenuti i poeti, favolosi,
     Per voler dir che in ciel anche si fotte;
     E Giove per goder le buone potte
     4Si mascherava in mille modi ascosi.
Ma s’io dicessi a questi scrupolosi,
     Ch’anch’io son Giove, mi darian le botte,
     E mi direbbon ch’io caccio carotte
     8Con le bugie della metamorfosi.
Potta di san Martino, io n’ho gran sdegno,
     Che son tenuto per un cianciatore
     11Seppur in mano non gli metto il pegno.
Io di carne son fatto a tutte l’ore,
     E per questi orti son fatto di legno,
     14E di vetro son fatto per le suore.

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