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Niccolò Franco - Priapea (1541)
CXXVIII
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CXXVIII.
Della potta da Modena già intesi
Dal dì ch’io nacqui sempre cose elette,
Tal che se son sì sconcie e maledette,
4Guardimi Dio da potte Modenesi.
Mi maraviglio come in quei paesi
Non sappian porre in uso le ricette,
E turar le fessure e farle strette,
8E stringere i bottoni degli arnesi.
Il Molza mi fa più maravigliare,
Ch’ha scritto della fica, e non intendo
11Che della patria voglia motteggiare.
Eccetto, se per quanto ne comprendo,
La Ficheide ha fatta, sol per fare
14Della potta da Modena, scrivendo.
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