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Priapea II

I.


Tu, che da legger hai la maraviglia
     Di questi versi miei senza vergogna
     Pon giù senz’altro (che così bisogna)
     4La gravitá che mostrano le ciglia!
Di Giove quì non abita la figlia,
     Ch’ha le letture publiche in Bologna,
     E chi in Parnaso pure o vegghia o sogna,
     8N’è ben lontano più di mille miglia.
Quì non d’istorie bei tappeti o arazzi
     Veder si ponno, nè cantar divino
     11Che fa gli Orlandi furiosi e pazzi.
Non di damasco, nè di panno fino
     Addobbati versetti, ma sol cazzi,
     14Che torrebbon la foja all’Aretino.

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