< Priapea
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Niccolò Franco - Priapea (1541)
LXVI
◄ | LXV | LXVII | ► |
LXVI.
Non niego o donne mie, che le borrane,
E pur le malve e le lattuche ancora,
E le biete, a chi niente l’assapora
4Ed i finocchi non sien erbe sane.
Acetto, che con pane e senza pane,
Purchè vogliate, possono ad ognora
Trarvi del ventre ogni durezza fuora,
8E ben purgarvi i buchi con le tane.
Pur senza farvi più la pancia piena
Di cotant’erbe quante qui cogliete,
11Una radice potrò darvi a cena,
La qual vi giuro, che s’assaggierete,
Vi farà sì fatt’opera, ch’appena
14L’avrete tocca, che la cacherete.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.