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Si tagliò da una siepe — era un mattino
triste ma dolce — il suo bordone, e, volta
3la fronte, mosse per il suo cammino.
Sì: mosse. E quella era la siepe folta
d’un camposanto, ed era il camposanto,
6quello, dove sua madre era sepolta.
D’allora ha errato. Seco avea soltanto
il suo bordone. E qua tese la mano,
9e qua la porse. E ha gioito e pianto.
E vide il fiume, il mare, il monte, il piano:
tutto: e a tutto era più presso il cuore,
12di quanto il piede n’era più lontano.
Disperò sui tramonti, e su le aurore
sperò; sì che la via sempre riprese.
15Vuoto era il frutto, ma soave il fiore.
Sopra la soglia d’infinite chiese
pregò. Vide infiniti uomini: alcuno,
18Raca! gli disse, ed altri, Ave! gli rese:
scórsero i più, come su lago bruno
ombra di nube nera presso nera
21ombra di nube. E fu tutto e nessuno.
Sì ch’ora è stanco. Ed è, ora, una sera
triste ma dolce. E sta, come una volta,
24presso una siepe. E questa è ancor com’era.
Che fermo è là, presso la siepe folta
d’un camposanto; e questo camposanto
27è quello dove è sua madre sepolta.
Egli è quel ch’era, ma il suo corpo è franto
dall’error lungo; e nel suo cuore è vano
30ciò che gioì, ma piange ciò che ha pianto.
E sta, vecchio e canuto, con la mano
sul bordone d’allora. Ed ecco, vede
33che da quel giorno radicò pian piano,
il suo bordone, e che visse, e che diede
già fiori e foglie: sotto le sue dita
36germinò, radicò sotto il suo piede.
E gli resta una foglia inaridita
che trema. E il vento soffia. E il pellegrino,
39curvo sopra la immobile sua vita,
par che muova ora, per il suo cammino.