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Idillii selvaggi - Cicogne


Addio!… Passano passano a frotte le nubi co ’l vento
fosche, di piombo; paiono
ignoti pellegrini cui ’l Fato implacabile inconsci
via per la solitudine

5muta, fredda, infinita sospinge. Dileguano i campi
in lontananze grigie
verso occidente, ai monti velati di nebbia. La diva
Gea dorme. E voi, purpurei

amori, voi pur tenta il suave Morfeo, voi pure?…
10O forti pitïambici
che da ’l cuor balzavate fremendo, ridendo, squillando,
come un pugno di Menadi

da una rupe; che via pe’ campi, a’ meriggi flagranti,
come un pugno di Satiri
15inseguivate Nemesi bianca tra ’l grano; o miei forti,
o miei fidi, per l’ultima

volta, ecco, io vi disfreno, per l’ultima volta!… Que’ pioppi
a cui tante cantavano
ebbre canzoni i vènti tra ’l viride crine, or che dicon
20fra loro? Non son gemiti

quelli? E tu, faggio immane, che conscio accoglievi ne l’ombra
il poema selvaggio
de’ nostri folli amori, begli inni di gloria levando,
grandi inni, e tu che brontoli?

25quali strane bestemmie tu gridi?… Giallognolo il fiume
scorre con rochi murmuri.
Dicono l’acque: — Dormi: che giova il rimpianto? che vale? —
Cricchian le foglie: — Perdere

il senso de la vita, volare ad incognite plaghe,
30lontan lontano, inconscie
volare!… — E sia: sonnecchia, o mio cuore superbo, indomato;
qui ne ’l petto sonnecchia

come un tasso ne ’l covo! E tu, cèrebro ignivomo, brucia
a le gaie caleidi
35l’ale! E tu stagna, o fervido sangue, com’acqua ne ’l fosso,
tu stagna entro l’arterie!…

Addio!… Passano passano a frotte le nubi co ’l vento
fosche, di piombo; ghignano
gli alberi come spettri; la notte profonda mi copre…
40Addio, o bianca Nemesi!

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