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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Gaetana Passerini


III


Qual cervetta gentil, ch’ora il desìo
     La chiama al monte, ora l’appella al prato,
     Ed or la spinge ove gorgoglia il rio,
     Or dove il colle è di più fiori ornato;
5Ma s’egli avvien, che al Pastorel, che ordìo
     Insidie a belve, la palesi il fato:
     Ecco cangiarsi in dispietato e rio
     Il suo sì lieto, il suo sì dolce stato.
Tal vid’io Verginella ir baldanzosa
     10In libertade, infinchè al Nume arciero
     Santa semplicità la tenne ascosa:
Ma scopertala alfin qual ciecho e fiero
     Signor, che cessi omai d’esser ritrosa
     Vuole, e che prov’il suo crudele impeso.

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