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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pietro Metastasio


XI1


Quando d’avverso Ciel stimai rigore,
     Che un trono abbian negato a me gli Dei,
     Bella cagion de’dolci affetti miei,
     Fu deliro amoroso, e n’ho rossore.
5Che reso oggetto allor del tuo favore,
     D’un regno io domator creder potrei,
     Qual son io ripensando, e qual tu sei,
     Gratitudine in te ma non amore.
No, dello stato mio, Dei, non mi sdegno;
     10Miglior sperarlo ad un mortal non lice:
     E l’umil sorte mia n’è appunto il pegno.
Nice m’ama, io lo so, nè amar può Nice
     Altro in me che me solo. Ah che a tal segno
     Non rende un trono il possessor felice.

  1. Pentimento dell’antecedente desiderio.


Note

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