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Questo testo fa parte della raccolta XXIV. Pieraccio Tedaldi
IV
Quello, che soffre, quand’è lontano dalla sua donna.
Quando vedrai la donna, ch’io mirava,
raccomandami a lei come fuss’io,
e contale che ’l debile cor mio
4ne va piangendo con l’anima prava:
per che, quando il bel viso io rimirava,
ne la mia mente pingeva un disio,
che riparava ad ogni pensier rio
8da me, per la dolcezza, che mi dava.
Poi che partito son da tanta gioia,
di me stesso mi duole, essendo privo,
11e ciò, ch’i’ veggo o sento, m’è a noia.
E poco mi diletta essendo vivo,
tanto è’l dolor, che dentro par ch’io muoia,
14e gli occhi miei di pianto fanno un rivo.
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