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L'acqua rumatica La sorella de Matteo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

QUANNO ER GATTO NUN C’È,
LI SORCI BBALLENO.1

     Eh! cquanno te ved’io, chi nun te pijja
Pe’ ’na bbocca de bbasci a ppizzichetto?2
Pe’ ’na pupa3 che ffa la pisscia a lletto?
4Pe’ ’na serva de Ddio senza viggijja?4

     Ciabbàssa5 l’occhi, tiè er barbòzzo6 in petto,
Se fa rossa, se fa, com’una trijja!
Inzomma, a vvoi!7 nun pare mo la fijja
8Che sso,... de la Madonna de l’Archetto?8

     Ma appena io svorto er culo, ehé, bbon giorno!
Allora se dà er levito a la pasta,
11Se smena9 er pane, e ppoi se scopa er forno.

     E intanto che cchi spizzica e cchi attasta,
Tu ssoni la tïorba, io sono er corno...
14Già, ssei nata a la Scrofa,10 e ttanto bbasta.

Roma, 23 ottobre 1831.

  1. [Proverbio.]
  2. [Cioè: “Per una innocente,„ giacchè i baci a pizzichetto, ossia alla francese, si danno ordinariamente ai bambini.]
  3. [Per una bambina.]
  4. [Vale a dire, non ancora santa, ma in via di diventarlo. Poichè il titolo di servo o serva di Dio è il primo gradino per esser santificati. Cfr. Pianciani, Op. cit., vol. I, pag. 455 e seg.]
  5. [Ci abbassa.]
  6. [Il mento.]
  7. [A voi, guardate un poco!]
  8. [Su questa allora celebre Madonna, che fu la prima ad aprir gli occhi all’approssimarsi de’ Repubblicani Francesi nel 1796, si veda la nota 1 del sonetto: Sentite ecc., 23 apr. 35.]
  9. Si maneggia.
  10. Via di Roma.

Note

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