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Traduzione dal danese di Maria Pezzè Pascolato (1903)
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Una sera, il tempo era orribile; i lampi s’incrociavano, il tuono rumoreggiava, la pioggia cadeva a torrenti: uno spavento! Fu picchiato alla porta della città, ed il vecchio re si affrettò ad aprire.
Era una principessa. Ma, Dio mio! com’era conciata dalla pioggia e dal vento! L’acqua le gocciolava dai capelli e dalle vesti, le entrava dall’orlo delle scarpe e le usciva dalle suole. Pure, dichiarò di essere una vera principessa.
"Non dubitare che tra poco lo sapremo!" - pensò la vecchia regina; ma non disse nulla. Andò nella camera, disfece il letto, e mise un pisello sul fondo del fusto. Poi prese venti materasse e le distese sul pisello, e poi venti piumini, e li pose sopra alle materasse. E fu quello il letto destinato alla principessa.
La mattina dopo le domandarono come avesse passata la notte.
"Oh, malissimo!" - rispose: "Non ho quasi potuto chiuder occhio in tutta la notte. Sa Iddio che ci fosse nel letto! Ci sentivo qualche cosa di duro, che m’ha ridotto la pelle tutta lividure. Un martirio!"
Dalla risposta si comprese subito ch’era una vera principessa, poi che aveva sentito un pisello a traverso a venti materasse ed a venti piumini. Chi, se non una principessa, può avere la pelle così delicata?
Il principe, ben persuaso ch’era una principessa vera, la tolse in moglie; ed il pisello fu posto nel museo, ove dev’essere ancora, se nessuno l’ha rubato.
Perchè la storia, vedete, è vera quanto la principessa.