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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Angelo Di Costanzo
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Quella cetra gentil, che ’n sulla riva
Cantò di Mincio Dafni e Melibeo,
Sì, che non so se in Menalo, o ’n Liceo
In quella o in altra età simìl s’udiva:
5Poichè con voce più canora e viva
Celebrato ebbe Pale ed Aristao,
E le grandi opre, che in esilio feo
Il gran figliuol d’Anchise e della Diva:
Dal suo pastore in una quercia ombrosa
10Sacrata pende; e, se la move il vento,
Par che dica superba e disdegnosa:
Non sia chi di toccarmi abbia ardimento;
Che, se non spero aver man sì famosa,
Del gran Titiro mio sol mi contento.
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