< Raccolta di proverbi bergamaschi
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Fortuna
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FORTUNA.
A es desfortünàć al piòf söl cül ac a es sentàc — Allo sfortunato piove sul culo anche guando è seduto;
A es desfortunàć ai ne va bé gna öna — Allo sfortunato non riesce bene nulla;
A ü desfortünàt i ghe cór dré töte — Ad uno sfortunato le disgrazie corrono dietro — e
Basta es desfortünàć — Basta essere sfortunati — perchè non vada mai solco diritto — Al contrario
Basta es fortünàć — Basta essere fortunati — perchè tutto vada a seconda. Fortuna, e dormi, dice il proverbio toscano. È vero che
A sto mond ghe öl fortüna — A questo mondo ci vuole fortuna; ma è troppo dire che
Se nó s’è fortünàć, l’è inòtel — Se non si è fortunati, tutto è inutile — In ogni modo conviene spesso ricordare che
La fortüna bisogna fasla — La fortuna bisogna farsela — Quisque est faber suæ fortunæ; e
Chi non è savio, paziente e forte,
Si lamenti di sé, non della sorte.
Noi ripetiamo sovente in forma maccheronica:
Seguitur fortüna balücos — La fortuna corre dietro ai minchioni — però quando ci troviamo in imprese difficili diciamo:
Al ga öl coragio — Ci vuol coraggio; ed Audaces fortuna iuvat, dicevano que’ nostri antenati che divennero padroni del mondo, e coll’audacia e colla forza erano riusciti a legar la fortuna ai loro carri trionfali.
A la fortüna bisogna lassàga semper vèrt öna finestra — Alla fortuna bisogna lasciare sempre aperta una finestra — e
La fortüna se l’à de ciapà quando la vé — Si deve prendere quando viene — perchè
La fortüna la passa i mès ai gambe öna olta a töc, e po’ piò — La fortuna passa tra le gambe a tutti una volta e non più — So che un proverbio dice:
La fortüna la va e la vé — La fortuna va e viene — ma bisogna sapere approfittare quando viene, per poter dire un giorno:
Fortüna, fa quel che tó ö; quel che gh’ó üt no tó pö tòmel piò — Fortuna, fa quello che vuoi; quello che ho goduto non puoi più tôrmi.
La ròba de fortüna la passa comè la lüna — La roba di fortuna passa come la luna — dura poco.
No ocór siflà comè no la völ bif (Ang.) — Non vale fischiare quando essa non vuole bere — Non giovano gli sforzi a chi fortuna vuol essere avversa.
No val miga a cór, basta rià a ura — Non vale correre, basta arrivare in tempo — Non vale levarsi di buon’ora, bisogna aver ventura (Tosc.).
Sto mond l’è öna röda, chi va sö e chi va zo — Questo mondo è una ruota, chi sale e chi scende — Questo mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale (Tosc.). Favet huic, adversa est illi fortuna. Nello stesso significato diciamo anche:
Sto mond l’è fać a scalfarèt, chi se ’l caa e chi se l’ mèt — Questo mondo è fatto a scarpette, chi se le cava e chi se le mette — Si legge nell’Ecclesiaste: «Qualche volta dalla carcere e dalle catene passa taluno al regno; e un altro che nacque re va a finire nella miseria.»
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