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TROL





 Pei putti
     Brutti;
E per le citte
Che non stan zitte
Intorno al fuoco,
Dirò la favola
     Del cuoco
          Trol.






Trol è fier colosso
Negro, alto, grosso,
Ha una figura
Che fa paura;
15Tocca il soffitto
Quando sta ritto,
Sulla ventraia
Tien la mannaia...
. . . . . . . . . .
Bimbi copritevi
20Sotto il lenzuol,
Chè viene Trol!


Trol, cuoco e boia,
strangola e scuoja;
Strozza i puttelli,
25Cuoce i tortelli,
Dà vita e morte;
Ma le sue torte,
Pei santi Dei!
Non mangierei....
30. . . . . . . . . .

Bimbi copritevi

Sotto il lenzuol,
Che viene Trol!


« Trol! » Grida il Duca, ed ecco il fier gigante
35Tutto chino e tremante
Riman senza far motto. «Il mio gobbetto
(Segue il Re) fe’ difetto,
Ruppe l’ago e non punse il menestrello.
Ora sotto il castello
40L’ho sentito trovare una romanza
Per non so quale amanza.
Papiol fallò tre volte. Io non perdòno;

Quel gobbetto ti dono».



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