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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CLI
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SONETTO CLI.
P
Iansi gran tempo, ed hebbi il cor piagato Di strale ardente, e la mortal ferita
Quanto più acerba tanto men gradita
Fù à l’empio mio Signor d’orgoglio armato.
Fèi de le mie sventure altrui beàto
Essempio sol di miserabil vita,
Da crud’Aspe attendèi pietosa aìta.
Hor qual fù amando più ’nfelice stato?
Pur al fin l’ardentissime faville
Estinse il tempo, e diè termine al pianto
Recando al viver mio l’hore tranquille.
Sua mercè lieta hor son se non se ’n quanto
Me stessa incolpo e mille volte, e mille,
Ch’à pentirmi (dolente) io tardai tanto.
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