< Rime (Andreini)
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Sonetto CLIII
Scherzo IX Sonetto CLIV

SONETTO CLIII.


A
Nima stanca à che sospiri, e piagni?

E sordo à’ tuoi sospir, cieco al tuo pianto
     Quei per cui notte, e dì ti struggi, e lagni,
     Quei, che l’angosce tue si prende à vanto.
Ahi se lunge da lui sol godo quanto
     Mi son pianti, e sospir fidi compagni
     Perche vuoi, che da loro io mi scompagni?
     Doppia il duol de gli afflitti il riso, e ’l canto.
Sfogo così del tormentoso petto
     L’aspro martir, che sol s’alleggia, e molce
     Al chiaro lume de l’amato oggetto.
Trabocchi in pianto pur l’interno affetto.
     Non è forse talhora il pianger dolce?
     Han le lagrime anch’esse il lor diletto.

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