< Rime (Andreini)
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Sonetto CXXIV
Sonetto CXXIII Sonetto CXXV

SONETTO CXXIIII.


B
Rami chi vuole ò d’Aquila superba

Spiegar il volo, o ’n fier Leon cangiarsi,
     O ’n ameno terren pianta fermarsi,
     O ruscello vagar trà i fiori, e l’herba;
Brami chi vuole à la stagione acerba
     Per non arder d’amor di ghiaccio farsi,
     O ’n quella dura selce trasformarsi,
     Che l’incognita fiamma in se riserba;

Cheggia di Tigre quei la forza, e l’armi,
     Questi fatto Delfin haggia desìo
     Correr per l’onde nuotator veloce;
Ed altri altre sembianze agogni, ch’io
     Echo felice sol bramo cangiarmi
     Ne l’angelico suon de la tua voce.

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