< Rime (Andreini)
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Sonetto XLII
Sonetto XLI Sonetto XLIII

SONETTO XLII.


T
Ù per proprio valor sì chiaro splendi,

Che men di tè fiammeggia il Sol qualhora
     Più bello appar de l’Oriente fuora,
     E di virtù con la virtù contendi.
Ben à dritta ragion dal giovar prendi
     Inclito il nome; poich’à te null’hora
     Senz’altrui prò sen’ fugge; onde s’adora
     Tua gloria mentre à l’alte imprese intendi.
Tù de’ Medici Heroi le palle altere
     Quasi fulmini aventi al fero Trace
     Sì che fugato, e morto è l’empio stuolo.
Però del gran Giovanni il nome à volo
     Poggiando arriva à le celesti sfere
     Dispreggiando il poter del Tempo edace.

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