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TERZINE
Di sulla impressione fatta in foglietto volante a Firenze nel 1860, or riveduta appositamente sul codice già del Convento della SS. Annunziata serbato nella Laurenziana, di num. 148 bis, car. 106 verso.
BINDO BONICHI IN UNA SUA MORALE.
Della felicità del cielo, e come quì in terrra
non è fermezza niuna
Per quattro tempi passa ogni creato:
Non ci ha fermezza nel terresto regno;
Chi va, chi vien, chi piange, e chi beato.
Tutte l’umane cose sono in moto
Dal riso estremo nel pianto malegno:
Felice è chi da Dio non sta rimoto.
E tu a me: Perchè questa fortuna,
Che ogni vertuoso pover vive,
E subito si perde ciò, che aduna;
E veggio genti sanza umanitate
Spogliate di vertuti intellettive,
Che tutte le ricchezze a lor son date?
Ed io a te: Or quì debbi sapere,
Che gran ricchezza non si può acquistare,
Ch’a Dio non spiaccia, quanto al mio parere
L’uom, ch’ha vertù, del servir si disdegna
Questi guadagni e questo accumolare,
Abbiendo l’alma di vertute degna.