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Dante Alighieri - Rime (XIII secolo)
XLVIII - Se Lippo amico se' tu che mi leggi
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- A LIPPO (PASCI DEI BARDI?) PER ACCOMPAGNARGLI LA STANZA CHE SEGUE
Se Lippo amico se’ tu che mi leggi,
davanti che proveggi
a le parole che dir ti prometto,
da parte di colui che mi t’ha scritto
5in tua balia mi metto
e recoti salute quali eleggi.
Per tuo onor audir prego mi deggi
e con l’udir richeggi
ad ascoltar la mente e lo ’ntelletto:
10io che m’appello umile sonetto,
davanti al tuo cospetto
vegno, perché al non caler [non] feggi.
Lo qual ti guido esta pulcella nuda,
che ven di dietro a me sì vergognosa,
15ch’a torno gir non osa,
perch’ella non ha vesta in che si chiuda:
e priego il gentil cor che ’n te riposa
che la rivesta e tegnala per druda,
sì che sia conosciuda
20e possa andar là ’vunque è disiosa.
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