< Rime (Guittone d'Arezzo)
Questo testo è completo. |
Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
D'animo fievilezza e codardia
◄ | Gloria vana, tu furtivamente | Non giustizia, cioè falsezza e torto | ► |
184
La codardia.
D’animo fievilezza e codardia,
vizio dannoso troppo e disorrato,
se gola e carne tenta a villania
4od alcun altro, adess’ha on conculcato.
E sí, se cosa, qual aspra lui sia,
el punge, e’ cade e fa, che vol peccato:
demoni e vizi tutti han segnoria
8del tutto d’esso, e servo è lor provato.
Unde vile è via piò che fango o sterco,
poi conculcano lui vizi e demoni:
11oh, quanti alteri son d’esti vil servi!
Piò che di bassi trovamo, se cerco.
Ma quanto è maggio tal più, se ragioni,
14servo piò vil de’ servi è de’ conservi.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.