Questo testo è completo. |
◄ | Chi pote departire | Comune perta fa comun dolore | ► |
XLV
La virtú si prova nei contrasti.
Omo saccente vero,
la cui parola approva ogniunque saggio,
sentina d’onni vizio l’ozio conta;
e, per contraro, monta
5d’onne vertute operazion e loco;
und’eo laudo mistero,
perché solo a valer punge coraggio,
for cui lo più valente ozio aunta,
e per cui forte giunta
10inver valor om desvalente e poco.
Como savere appare u’ non misteri,
ver cernendo da falso e ben da male?
E proezza che vale
o’ non contrar alcono?
15E pazienza o bono?
Nulla è medicina, u’ nullo è male,
e, sí, nullo è valore,
ove null’ha u’ provi;
donque desii e trovi,
20chi valer vol, labore,
for cui pregi’e valore,
più che villan, non ha giá cavaleri.
E voi, amico, a cui intendo faccia
bisogno assalto d’onni parte, chere
25vostro valor vedere,
e che val sapienzia
u’ non è pazienzia,
e vol d’onor de prode e de piacere
secondo el valimento
30de catun ben pagare.
Piacciavi di forzare;
e valor e talento,
non bon cominciamento,
tornano a fin ch’apiacenti e a Dio piaccia.