< Rime (Guittone d'Arezzo)
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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Omo saccente vero
Chi pote departire Comune perta fa comun dolore


XLV

La virtú si prova nei contrasti.


     Omo saccente vero,
la cui parola approva ogniunque saggio,
sentina d’onni vizio l’ozio conta;
e, per contraro, monta
5d’onne vertute operazion e loco;
und’eo laudo mistero,
perché solo a valer punge coraggio,
for cui lo più valente ozio aunta,
e per cui forte giunta
10inver valor om desvalente e poco.
Como savere appare u’ non misteri,
ver cernendo da falso e ben da male?
E proezza che vale
o’ non contrar alcono?
15E pazienza o bono?
Nulla è medicina, u’ nullo è male,
e, sí, nullo è valore,
ove null’ha u’ provi;

donque desii e trovi,
20chi valer vol, labore,
for cui pregi’e valore,
più che villan, non ha giá cavaleri.
     E voi, amico, a cui intendo faccia
bisogno assalto d’onni parte, chere
25vostro valor vedere,
e che val sapienzia
u’ non è pazienzia,
e vol d’onor de prode e de piacere
secondo el valimento
30de catun ben pagare.
Piacciavi di forzare;
e valor e talento,
non bon cominciamento,
tornano a fin ch’apiacenti e a Dio piaccia.

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