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Gaspara Stampa -  Rime  (XVI secolo)
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CCXXXII
Si nutre di dolore e di pianto.
     Se ’l cibo, onde i suoi servi nutre Amore,
è ’l dolore e ’l martíre,
come poss’io morire
nodrita dal dolore?
Il semplicetto pesce,
che solo ne l’umor vive e respira,
in un momento spira
tosto che de l’acqua esce;
e l’animal, che vive in fiamma e ’n foco,
muor, come cangia loco.
Or, se tu vòi ch’io moia,
Amor, trammi di guai e ponimi in gioia;
perché col pianto, mio cibo vitale,
tu non mi puoi far male.
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