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Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
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CCXXXIII
«Beato insogno e caro...».
Beato insogno e caro,
che sotto oscuro velo m’hai mostrato
il mio felice stato,
qual potrá ingegno chiaro,
quant’io debbo e vorrei, giamai lodarte
in vive voci o ’n carte?
Io per me farò fede,
dovunque esser potrá mia voce udita,
che, sol la tua mercede,
io son restata in vita.
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