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Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
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CLII
Non regge piú ad Amore, né spera pietá dall’amante.
Io vorrei pur ch’Amor dicesse come
debbo seguirlo, e con qual arte e stile
possa sperar di far chi m’arde umíle,
o diporr’io queste amorose some.
Io ho le forze omai sí fiacche e dome,
sí paventosa son tornata e vile,
che, quasi ad Eco imagine simile,
di donna serbo sol la voce e ’l nome;
né, perché le vestigia del mio sole
io segua sempre, come fece anch’ella,
e risponda a l’estreme sue parole,
posso indur la mia fiera e dura stella
ad oprar sí ch’ei, crudo come suole,
s’arresti al suon di mia stanca favella.
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