< Rime (Stampa) < Rime d'amore 
 
 
 
        
      | Questo testo è stato riletto e controllato. | 
Gaspara Stampa -  Rime  (XVI secolo)
| ◄ | Rime d'amore - CLXII | Rime d'amore - CLXIV | ► | 
CLXIII
Ondeggia tra gioie e pene; né le dispiace, purché duri, il suo stato.
     Quando mostra a quest’occhi Amor le porte
de l’immensa bellezza ed infinita
de l’unico mio sol, l’alma invaghita
de le sue glorie par che si conforte.
     Quando poi mostra a la memoria a sorte
quelle di crudeltá mai non udita,
tutta a l’incontro afflitta e sbigottita
resta preda ed imagine di morte.
     E cosí vita e morte, e gioie e pene,
e temenza e fidanza, e guerra e pace
per le tue mani, Amor, d’un luogo viene.
     Né questo vario stato mi dispiace,
sí son dolci i martíri e le catene;
ma temo che sará breve e fugace.
    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.