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Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
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CLXX

Tutto soffrirá, pur ch’egli non sia d’un’altra.

     Fammi pur certa, Amor, che non mi toglia
tempo, fortuna, invidia o crudeltade
la mia viva ed angelica beltade,
quella ch’appaga e queta ogni mia voglia;
     e dammi quanto sai tormento e doglia:
che tutto mi sará gioia e pietade;
tommi riposo, tommi libertade,
e, se ti par, tommi anco questa spoglia:
     che per certo io morrò lieta e contenta,
morendo sua, pur che non vegga io
ch’ella sia fatta d’altra donna, o senta.
     Questa sol téma turba il piacer mio,
questa fa ch’a’ miei danni non consenta,
e fa la speme ritrosa al desio.

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